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Svapo Day, un successo il sit-in di Milano. Ma la tassazione sulle e-cig non slitta.

29 Gennaio 2014 in EventiNotizie
Immagine da Esigarettaportal.it

Protesta e abbattimento della super-tassa. Sembrava quasi un magico connubio. Tutto sfumato. Non però le immagini di una vera festa per il libero mercato. Erano, infatti, migliaia domenica 26 a Milano, consumatori, negozianti, produttori e importatori di sigarette elettroniche. Da Piazza San Babila fin sotto le finestre dell’Agenzia dei Monopoli, il giorno seguente, per far sentire ancora una volta la voce del popolo della sigaretta elettronica che non si arrende alle tasse ammazza-settore. Un successo la mobilitazione che aveva i colori dell’happening, con distribuzione gratuita di ricariche, nuvole di vapore profumate, ex fumatori salvati da un tubetto, riunioni di amici svapatori, anche qualche vip intercettato come Lillo & Greg, svapatori doc muniti di e-pipe. Un messaggio comune: “Stop all’imposta di consumo del 58,5%”.

“Oggi siamo qui per rivendicare il nostro diritto a vendere e produrre – ha detto Stefano Pozzi, ad di New Smoke Network Srl presente sul mercato con il marchio Smokie’s-. Una manifestazione che raggruppa produttori e rivenditori, negozianti e utilizzatori. Vogliono tassarci più pesantemente delle sigarette. La ratio ultima della tassa sulla sigaretta elettronica è scoraggiare il cliente che utilizza la sigaretta, che è un prodotto palesemente cancerogeno. Ci stanno delegittimando perché non vogliono questo prodotto”. Le voci dei produttori si sono mescolate a quelle dei negozianti, aggrediti in un lavoro che si erano creati da soli e che come qualcuno fa notare: “Dovrebbe essere tutelato perché aiuta la salute pubblica”. Di buono, fanno notare le associazioni, c’è una maggiore consapevolezza di essere una categoria. Che sta facendo fronte comune. Ora più di ieri.

Alla manifestazione era presente anche il senatore della Lega Stefano Candiani, protagonista di un “caso politico”, reo agli occhi dei vapers di aver elaborato nei mesi scorsi un emendamento anti-ecig. Dopo averlo rinnegato pubblicamente, Candiani ha scelto la strada della pacificazione presentando un nuovo emendamento, questa volta per sospendere la tassazione. Stop fino a giugno dell’imposta e copertura finanziaria ottenuta aumentando dal 20 al 27% sugli interessi delle rendite finanziarie. Stavolta a bocciarlo è stato la Commissione Bilancio del Senato. Candiani accusa le lobby e rincara: “In alternativa, ho proposto alla presidente di commissione Anna Finocchiaro e al governo una riformulazione della copertura che prevede risparmi sugli affitti dei locali in uso alle istituzioni”.

Insomma, la lotta per la sopravvivenza del settore sembra continuare a colpi di emendamento. In realtà qualche soluzione dovrebbe arrivare dalla delega fiscale. C’è da regolarizzare questo inizio di anno caotico. Al momento, infatti, nessuna delle aziende ha proceduto al deposito cauzionale richiesto dal regime autorizzatorio, peraltro sospeso dal Tar del Lazio. Il 5 febbraio è fissata la seduta collegiale per decidere nel merito. Una suspence che imprenditori, grandi e piccoli, e consumatori non meritano. Un pasticcio all’italiana che richiederà ricorsi, sentenze, spese legali. Un contenzioso che aumenta nel Paese che ha il record di durata per processi di tutti i tipi.

Intanto l’Amms assicura: “Niente imposta sugli accessori, custodie, batterie e cavetti. Ma solo se vengono venduti a parte”. Magra consolazione.


Di Cosimo Colasanto

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