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Saltano i divieti sulla sigaretta elettronica per pubblicità e luoghi pubblici. È già polemica all’italiana.

11 Novembre 2013 in Leggi e normative

Quando il dito indica la luna, tutti a guardare il dito. Questo è lo scenario che emerge dai giornali di questi giorni, dove circola un insolito interesse nei confronti della sigaretta elettronica. Se a prima vista la notizia sembra essere il fatto che sono saltati i divieti di pubblicità e di utilizzo nei luoghi pubblici delle e-cig, la verità è che finalmente si stanno facendo dei passi in avanti verso una regolamentazione seria e consapevole, orientata alla salute delle persone.

Ma andiamo per ordine e ripercorriamo i passi della vicenda. Il 28 Giugno 2013 viene emanato un Decreto Legge (n. 76) che introduce una tassazione del 58,5%, a partire da gennaio 2014, sulle sigarette elettroniche, su tutte le componenti e, naturalmente, sui liquidi con e senza nicotina. Un’equiparazione alla tassazione delle tradizionali sigarette che mette in crisi un settore che già di per sé era abbastanza incerto, se si guardano i numeri. Una notizia che, per i non addetti al settore, passa abbastanza inosservata… uno dei tanti emendamenti inserito in uno dei tanti decreti emanati dallo Stato per portare soldi nelle casse dell’erario. Almeno in teoria. Trattandosi di un decreto denominato “Primi interventi urgenti per la promozione dell’occupazione, in particolare giovanile, della coesione sociale, nonché in materia di Imposta sul valore aggiunto (IVA) e altre misure finanziarie urgenti” non si menzionano in alcun modo divieti né di utilizzo né di pubblicità, riguardando esclusivamente aspetti economici.

Le sorprese arrivano però durante l’iter di conversione in legge del decreto, quando il Gruppo per le Autonomie, presieduto dall’On. Karl Zeller, introduce un emendamento che di fatto applica alle sigarette elettroniche il divieto assoluto di pubblicità, nonché il divieto assoluto di utilizzo delle stesse nei luoghi pubblici. Da Atlantide alla costruzione delle piramidi, ai grandi misteri irrisolti della storia si aggiunge anche il motivo per cui un emendamento che riguarda la tutela della salute (o presunta tale) sia presente all’interno di una legge che contiene “misure finanziarie urgenti”.

Una situazione paradossale, che ha fatto molto discutere. Se sotto l’aspetto medico-scientifico continuavano ad emergere risultati positivi nei confronti delle sigarette elettroniche, in Italia venivano equiparate alla sigaretta tradizionale dal punto di vista della (presunta) pericolosità.

Tralasciando nel mentre i settimanali a caccia di metalli pesanti, e le relative smentite con annesse figuracce, oggi la situazione cambia nuovamente. Andando verso una regolamentazione decisamente più seria e ragionata. Con il Decreto Istruzione, approvato dal senato lo scorso 8 novembre, è infatti stato annullato l’emendamento che vietava l’utilizzo delle e-cig nei luoghi pubblici e sono state inserite delle regole mirate e specifiche, per la pubblicità delle stesse. Pubblicità concessa quindi, ma con i giusti accorgimenti per tutelare i minori, per i quali è in vigore anche il divieto di acquisto delle e-cig.

Sull’abolizione dei divieti però è già polemica. Tra chi, forse per partito preso, non è d’accordo con l’emendamento proposto dall’On. Giancarlo Galan (Pdl), e chi di colpo immagina di ritrovarsi al cinema o al ristorante avvolto da immense nuvole di vapore. Problemi evidentemente sorti all’improvviso, visto che il divieto era in vigore solamente dal 23 Agosto, ovvero da meno di tre mesi. Prima di allora ci si affidava al buon senso delle persone e comunque alla possibilità di gestore di imporre, a sua discrezione, un eventuale divieto di svapo.

Come sempre la verità, se così si può chiamare, sta nel mezzo. L’importante è essere consapevoli che il proprio vizio, o la propria passione, può arrecare fastidio a chi ci circonda, soprattutto quando ci si trova all’interno di luoghi chiusi. La scelta migliore è sicuramente quella di svapare responsabilmente. Anzi, rispettosamente.


Di Alessandro Raimondo

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