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Sigaretta elettronica, resta la libera vendita.
Chi vince e chi perde in Europa?

11 Ottobre 2013 in Leggi e normativeNotizie

La sigaretta elettronica non è un medicinale e quindi non deve essere venduta obbligatoriamente in farmacia, ma sarà vietata ai minori di 18 anni e dovrà riportare avvertenze per la salute. Lo ha stabilito il nuovo testo della direttiva sui prodotti del tabacco approvato dal Parlamento europeo a Strasburgo con 560 sì contro 92 no. E quindi via libera ad immagini-choc: sui pacchetti ci saranno foto di polmoni neri e bocche bruciate dal tabacco, prima causa di morte in Europa con 700mila vittime l’anno. E ancora stop ai pacchetti da 10, che piacciono fin troppo ai ragazzi perché entrano anche nelle tasche dei jeans elasticizzati. Mentre resistono le sigarette “slim”, più apprezzate dalle donne. La strada per la riforma è ancora lunga, ma il percorso che porterà al Trilogo, il negoziato a tre tra Europarlamento, Commissione e Consiglio (i ministri della salute degli Stati membri) è tracciato e forse si potrà arrivare ad un accordo prima di Natale. Sicuramente l’intenzione è chiudere prima del rinnovo a maggio 2014 del Parlamento. Poi i Paesi avranno tempo 18 mesi per adeguare la legislazione.

“La pressione delle lobby è stata pesante”, ha ammesso la relatrice, la laburista Linda McAvan, che adesso accompagnerà il testo verso il round finale. Ma qual è il bilancio per la sigaretta elettronica? Eccolo in 3 punti:

Non in farmacia. Era una delle ipotesi che avrebbero potuto tagliare le gambe alla libera vendita. Alla fine i due emendamenti votati escludono questa opzione e si prevede l’obbligo di autorizzazione preventiva solo qualora il prodotto sia presentato come avente proprietà curative o preventive. Eppure i ragionamenti proposti dalla relatrice McAvan scontano più di qualche pregiudizio sulla sigaretta elettronica. “Non abbiamo mai pensato che le sigarette elettroniche dovessero essere vendute solo in farmacia. Questa è una questione di diritto nazionale. La normativa UE riguarda semplicemente la regolamentazione delle sigarette elettroniche”, ha detto McAvan. “La domanda è: come fare in modo che le sigarette elettroniche sul mercato non siano nocive alla salute e non siano vendute ai giovani come prodotti sostitutivi delle sigarette?”.

Sì alla vendita dei tabaccai. E quindi, via libera alle stesse regole che valgono per i prodotti del tabacco su pubblicità e divieti. Il vero problema qui per la sigaretta elettronica è che si continua ad equiparare l’e-cig ai prodotti derivati del tabacco. Il legislatore europeo ignora che nei vaporizzatori il tabacco è assente e la nicotina è solo un’eventualità. Al contrario, i vaporizzatori personali sono anti-sigarette. È come se si volessero trattare allo stesso modo le erboristerie e le farmacie.

Imparare dai francesi. Bisogna ammettere che il fronte dei produttori e dei consumatori francesi è stato il più attivo nella battaglia a favore dell’e-cig. Per ragioni logistiche, ma non solo. Davanti al Parlamento europeo hanno manifestato l’Ufficio francese per la prevenzione del tabagismo (Oft) e Aiduce, una associazione indipendente di consumatori della sigaretta elettronica (Aiduce). Nell’assemblea, invece, i gruppi che hanno sostenuto la sigaretta sono stati i ‘popolari’ del Ppe, i liberal-democratici dell’Alde ed i conservatori dell’Ecr. Il consulente per la salute del Partito popolare, il medico tedesco Peter Liese, ha spiegato che la sigaretta elettronica “evita i pericoli che vengono dalla combustione” e per questo “è incomprensibile perché la Commissione ed il Consiglio propongano qualcosa che permetta alla gente di comprare prodotti pericolosi come le sigarette in qualsiasi negozietto, mentre la E-Cigarette, che è molto meno pericolosa, potrebbe essere comprata solo in farmacia con prescrizione”.

Alcune domande restano senza risposta. Perché l’Italia, in assenza di precise regole europee, ha varato una tassa sul consumo, sapendo che sarà necessario rimettere mano complessivamente alla normativa di settore quando sarà approvata la riforma delle Direttiva?


Di Cosimo Colasanto

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