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Sigaretta elettronica: gli esperti “Oms? La solita allarmite”

6 Settembre 2014 in Notizie

Ci siamo presi del tempo per guardare fin dove sarebbe arrivato l’ultimo duello sulle sigarette elettroniche. Batti e ribatti, sono sempre sulla bocca di tutti. Ma in pochi sanno esattamente quello di cui si parla. Peggio quando si fa confusione deliberatamente. Le analisi vengono travisate o utilizzate “a pezzi” per screditare il mondo vaper. Ad esempio, il dossier dell’Oms. Chi l’ha letto? Cosa c’è scritto?

Oms chi?

Con tutte queste sigle si fa un po’ di confusione. L’Oms, ad esempio. Da non confondere con le Ms, le sigarette assassine dell’ex Monopolio di Stato (che tante vittime hanno fatto). L’Oms è l’Organizzazione Mondiale della Sanità. C’è chi la descrive come l’Onu della salute (di cui peraltro è un’agenzia), chi come un’enorme fortezza rifugio di super-burocrati, perlopiù epidemiologi: bravissimi con le statistiche, un po’ meno con la vita reale. Chi, infine, come un enorme pachiderma sovranazionale: una specie di Spectre della sanità.

Del pachiderma l’Oms certamente ha dimostrato la lentezza nel caso dell’epidemia di Ebola: persino Medici senza Frontiere si è arrabbiata. Ebola avanzava, ma all’Oms ci sono volute riunioni su riunioni e molte settimane prima di dichiarare l’emergenza. “La lentezza della risposta ha ucciso le persone”, ha sentenziato l’organizzazione umanitaria.

Cosa c’entra, allora, l’Oms con le sigarette elettroniche? Dicevamo che una prerogativa degli epidemiologi dell’Onu è fare statistiche. L’altra è lanciare allarmi. Ma cosa ha detto realmente l’Oms (nel dossier che nessuno ha letto)? Eccone una sintesi e in neretto il commento di un gruppo di ricercatori britannici che, come il nostro Veronesi, “sono rimasti scioccati quando lo hanno letto”. Parole testuali di Ann McNeill del King College di Londra, che insieme a Robert West dello University College e Peter Hajek della Queen Mary Universitym e Jacques le Houezec dell’Università di Nottingham, sulla rivista Addiction smontano pezzo per pezzo il documento.

Non è vapore acqueo… (La scoperta dell’acqua calda)

Per capire quanto possa essere assurdo e surreale in certi punti l’analisi dell’Oms sul mondo e-cig, partiamo da questa chicca.

L’Oms dice: “La relazione afferma che esistono prove a dimostrazione che l’aerosol da e-cigarette non è solo “vapore acqueo”. Il commento, qui, lo lascio a voi… Immaginare schiere di ricercatori impegnati a dimostrare che no, le e-cig non vanno ad H2O, provoca un brivido dietro la schiena.

Oms: “I governi devono limitare la pubblicità delle e-cig per garantire che essa non raggiunga io giovani e i non fumatori”. Esperti britannici: “L’uso corrente da parte di non fumatori è raro i tassi di avvicinamento alle elettroniche per i giovani sono in declino”. Percentuali “trascurabili”, ricordano gli scienziati britannici, vicine allo 0,2% che non giustificano regolamentazione rigide.

Oms: “Le prove suggeriscono che l’aerosol emanato dalle e-sigarette aumenta il livello di aria sfondo di alcune sostanze tossiche, di nicotina e altre particelle“. Esperti britannici: Le concentrazioni sono troppo basse per presentare un rischio significativo per la salute.

Oms: “Vi è la preoccupazione che siano una porta di accesso per  dipendenza da nicotina”. Esperti britannici: “L’Oms suggerisce che le e-sigarette rendono più difficile per le persone smettere di fumare, quando è vero il contrario”.

Oms: “La nicotina è pericolosa per le donne in gravidanza”, ma, afferma l’Oms, la nicotina non è in sé un cancerogeno. Esperti: si tratta di studi già noti. Alle donne in gravidanza è fortemente consigliato di “non fare” molte cose: non mangiare carne cruda, evitare salumi, alcol, il contatto con i gatti e l’assunzione di farmaci. Sicuramente tra di queste c’è il fumo. Non è una novità.

Lettura istruttiva

Se si volesse fare una lettura attenta della posizione Oms si farebbe uno slalom nelle ambiguità, divincolandosi tra “poche certezze”, prove “non definitive” e doverose precisazioni. Anche gli espertoni dell’Oms devono arrendersi all’evidenza che l’uso di e-cig “produce esposizioni inferiori a sostanze tossiche dei prodotti con combustione” e che il “livello di sostanze tossiche, nicotina e le particelle emesse è inferiore rispetto alle emissioni di sigarette convenzionali”. Altro? “Ci sono Paesi come il Regno Unito in cui il boom delle e-cig sta riducendo il numero di fumatori e di sigarette”, dice l’Oms. Ma allora, di cosa stiamo parlando? Conclusione degli esperti britannici. “È chiaro che le sigarette senza fumo sono molto più sicure, possono salvare 50mila vite all’anno, mentre le sigarette ne uccidono 6 milioni”.


Di Cosimo Colasanto

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