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Quanta nicotina in un e-tiro? Ovale risponde agli attacchi contro la sigaretta elettronica

22 Luglio 2013 in Salute

Ovale non lascia, ma raddoppia. Due studi in un colpo solo per riaffermare la sicurezza della sigaretta elettronica rispetto agli attacchi delle ultime settimane. E così il leader europeo della sigaretta elettronica, un brand italiano – ha sede a Desenzano del Garda – da tempo nelle mire delle multinazionali – si parla da mesi di un interessamento da parte di Altria Group, gigante di Philip Morris – passa al contrattacco.

Il vapore è più light

E comincia dalla nicotina. Una delle preoccupazioni maggiori degli esperti. Tanto che lo stetto Istituto superiore di sanità la elencava tra i “punti caldi” del suo rapporto di dicembre chiesto dall’ex ministro della Salute Renato Balduzzi. Ma anche una delle domande che circola più di frequente nei forum dei vapers? Quanta nicotina si inala effettivamente con la e-cig? Non si rischia un sovraddosaggio o, peggio, un’intossicazione? Secondo lo studio condotto da un laboratorio indipendente americano, l’Arista Laboratories, incaricato da Ovale Europe della misurazione con le sigarette elettroniche si assorbe meno nicotina che con le “bionde. Per la prova sono stati utilizzati due Ends a marca Ovale, Elips e Emini, e liquidi con la concentrazione più alta, 16 mg per ml. Risultato? Anche utilizzando la e-cig più potente della gamma, il modello Elips, dopo 10 puff il contenuto complessivo di nicotina aspirato è mediamente di 0,3 mg per ml, un terzo rispetto ad una sigaretta tradizionale che rilascia 0,9 mg per ml per 10 aspirazioni. Il test di laboratorio è stato condotto con una smoking machine, una piccola camera che “simula” l’aspirazione di un uomo e il deposito eventuale in bronchi e polmoni.

Heavy metal? No grazie

Sull’altro fronte, Ovale risponde a distanza all’allarme lanciato dalle pagine della rivista consumeristica Il Salvagente che a giugno aveva dato fuoco alle polveri: troppi metalli pesanti nelle ricariche delle sigarette elettroniche. Lo studio Ovale che rassicura i vapers arriva dallo stesso Ateneo partenopeo interpellato dal mensile, ma questa volta il dipartimento di scienze chimiche dell’Università Federico II di Napoli sentenzia che le sostanze contenute nei liquidi “Ovale”, prodotti a marchio Life, non sono dannose per la salute umana. “Nei nostri laboratori di ricerca abbiamo esaminato alcuni liquidi per sigaretta elettronica della ditta Ovale – spiega. Marco Trifuoggi, docente di chimica analitica degli inquinanti della Federico II -. Si tratta di soluzioni acquose, quindi acqua e un aroma naturale con l’aggiunta, in alcuni casi, di nicotina. Abbiamo cercato di certificare se nella composizione dei liquidi ci fossero oltre ai normali metalli quali sodio, potassio, calcio, magnesio naturalmente presenti sia nelle acqua di partenza sia negli aromi naturali, anche metalli che possano dare nocumento alla salute, quindi metalli tossici e nocivi per l’uomo”. La verifica è stata fatta sulla presenza in quantità tangibili, di metalli quali arsenico, manganese, cromo, vanadio, piombo. “Sostanzialmente quello che abbiamo verificato – afferma Trifuoggi – è che la loro presenza può essere esclusa fino ai limiti di rilevabilità strumentale e soprattutto fino ai limiti di rilevabilità compatibili con normali prodotti per questo uso. Ci siamo spinti anche oltre e abbiamo verificato se fossero presenti solventi organici, sostanze organiche clorurate volatili, cloroformio, che possono derivare da processi di lavorazione industriale e che sono tossici e nocivi. Abbiamo verificato anche in questo caso, l’assenza di queste sostanze nei prodotti analizzati”.

Due risultati che fanno esultare l’azienda guidata dall’ad Riccardo Ascione, uno dei primi imprenditori a puntare sulla sigaretta elettronica, settore costretto sulla difensiva dalla minaccia di nuove tasse. “Questi studi – spiega la Ovale – rendono ancora più incomprensibile l’accanimento del governo Letta contro un grande strumento di lotta al tabagismo. Per questo che il Parlamento dovrà rendersi conto che non è possibile approvare la tassazione al 58,5 per cento che avrà il solo risultato di cancellare del tutto il settore”.


Di Cosimo Colasanto

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